Oggi voglio parlare ai piccoli pescatori, soprattutto a quelli costretti a tirare i remi in barca a causa delle tante difficoltà.
Oltre al caro carburante, i nostri pescatori sono chiamati a fare sacrifici in nome della sostenibilità ambientale, spesso non bilanciata dalla sopportabilità economica di determinate scelte.
Oggi, come ogni settimana, mi trovo a Bruxelles. Qualche ora fa, abbiamo votato un testo sul ruolo delle politiche di coesione dell’Unione europea relativamente al nostro Mediterraneo. Ho seguito tutto il dossier come relatrice ombra da parte italiana. Sono orgogliosa nel dire che ho svolto il mio lavoro con un obiettivo: portare all’attenzione degli ambienti europei le richieste di chi vive di pesca e di chi, ogni giorno con dedizione e pazienza, dedica la propria vita alla pesca.
Cari amici pescatori … abbiamo vinto.
Io e voi abbiamo vinto nel chiedere alla Commissione europea di adoperarsi per risolvere il problema della pesca illegale. Pesca illegale praticata nel Mediterraneo da pescherecci che non battono bandiera europea. Ora l’Europa capirà che non possiamo chiedere ai nostri pescatori di tenere un comportamento ligio quando, a poche miglia di distanza, le flotte di altri paesi non osservano gli stessi principi. Principi sacrosanti e mai rispettati. Principi come quelli dettati dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare.
Una mancanza di rispetto sistemica che riguarda in particolar modo la scorrettezza dei cinesi. Ecco qualche dato. Ogni anno, i pescherecci battenti bandiera cinese catturano 14 milioni di tonnellate di pesce. I dati che abbiamo però sono delle stime.
Sarebbero quasi 2’000 le navi cinesi che operano al di fuori delle coste cinesi, ma nella realtà abbiamo traccia solo di 900 pescherecci. I rimanenti non sono infatti monitorati.
L’Unione europea conta 259 imbarcazioni nelle cd “acque lontane”. Ben comprensibile è quindi la disparità dovuta alla “invisibilità” delle flotte cinesi al pari degli accordi che la Cina stipula per le licenze di pesca. Tutto nascosto.
Siamo quindi in balia di un sistema, quello cinese, che non è in alcun modo trasparente a danno evidentemente del nostro sistema che è invece pubblico.
In questo quadro, complesso e pieno di sfide, ho voluto portare le vostre richieste, tutte accettate.
Cari amici pescatori, il testo che è nato grazie ai vostri input, è stato da me presentato e, grazie al ruolo di Forza Italia e del Partito Popolare Europeo, il testo sarà il manifesto che consegneremo alla prossima presidenza spagnola.
Una bella giornata per la pesca italiana.