Trasporti, regolamento TEN-T. Il mio intervento alla Camera dei Deputati

Sono in Commissione Trasporti del Parlamento europeo da quando sono a Bruxelles. L’obiettivo che mi sono prefissata da sempre è di lavorare a favore di una politica equa dei trasporti senza cioè avere differenze tra le varie aree europee. Sto parlando di una politica più coesa ed inclusiva che superi le divergenze tra le varie aree europee. E’ importante però capire la dimensione dell’europarlamentare e penso che questa sia la giusta sede. Tra di voi, tra l’altro, siede più di un ex europarlamentare che certamente potrà confermare. Noi colleghi europei possiamo lavorare, emendare e creare convergenze, ma in taluni casi, come quello della revisione di un regolamento, se le Autorità nazionali non sostengono il nostro lavoro, molto viene limato o addirittura cancellato. E del nostro lavoro non resterà nulla. E’ bene ricordare che un testo, regolamento o direttiva che sia, deve essere sempre licenziato dopo l’accordo di Commissione, Parlamento e Consiglio.

EMENDAMENTI PRESENTATI.

La revisione del regolamento delle TEN-T è un momento storico assai rilevante perché avviene, mediamente, una volta ogni dieci anni. Perché individua tanto la strategia viaria dell’Europa quanto quella e soprattutto dei singoli Stati Membri. Insomma un lavoro che proietta l’Europa nei prossimi 20/30 anni e che, per avere un senso compiuto, necessita del supporto in primis del proprio Governo. Ricordo infatti che qualsiasi testo, in linea di massima, una volta approvato in plenaria, deve essere concertato dalla Commissione e dal Consiglio ovvero dall’Esecutivo europeo e dai Governi dei 27 Paesi Membri.

Io ho avuto la possibilità di presentare ben 47 emendamenti che spaziano, e vale in tutta Europa, dal sostegno all’alta velocità per cittadini e merci al supporto di porto ed aeroporti specificamente nazionali.

Ho emendato a favore dei Porti di Bari e Brindisi affinché siano potenziati per chiudere il corridoio balcanico ovvero quella sorta di tangenziale che percorre tutto l’Adriatico e che, per completarsi, ha bisogno di porti tanto in Italia quando nella Penisola Balcanica quindi Croazia e Albania.

In più occasioni, e nell’arco dei quasi quattro anni a Bruxelles, ho cercato di destinare risorse per una migliore accessibilità e collegamento delle città con le aree circostanti, soprattutto nelle regioni più svantaggiate dell’UE con un PIL pro capite inferiore al 75% della media dell’UE. Nonostante l’importante supporto del Partito Popolare Europeo, i compromessi raggiunti con gli altri gruppi hanno in qualche modo stravolto i metodi e gli ambiti da me individuati.

Uno dei principi cardine dell’Unione europea è la concorrenza. Nel regolamento relativo alle TEN-T è esplicitamente scritto che due aeroporti distanti a meno di 100 kilometri l’uno dall’altro non possono essere inclusi in un qualsiasi corridoio. Immagino proprio per il principio di concorrenza. Immagino però che, fatto salvo il principio dei 100 kilometri, se due aeroporti sono gestiti dalla stessa società non possono essere di conseguenza concorrenti. Esattamente come accade, ed è proprio il caso di farlo notare, per gli Aeroporti di Napoli e Salerno. Ad oggi, cari colleghi, l’Aeroporto di Salerno non può ricevere alcun finanziamento europeo diretto perché si trova a meno di 100 kilometri da quello di Napoli e non è supportato da alcun trasporto pubblico come tram, metro e treno. Motivi ostativi molto complessi da superare, secondo la Commissione europea. Nonostante in Campania, il Governatore De Luca continui a sostenere il contrario, cioè che è tutto apposto, fortunatamente io che vivo di realtà e non in una nuvola, ho emendato per consentire ad entrambi gli aeroporti di poter convivere e di poter essere inseriti entrambi nel corridoio Scandinavo – Mediterraneo che si conclude a Palermo.

Ho emendato il regolamento affinché un’infrastruttura, se considerata strategica per l’Autorità nazionale, possa essere inserita nelle TEN-T e finanziata secondo gli attuali parametri. E, in questo contesto, penso al Ponte sullo Stretto o l’assenza nel corridoio baltico, fino a qualche anno fa, di diverse centinaia di kilometri della A14 Adriatica.

Allo stesso modo, ho cercato ancora una volta di prevedere la manutenzione di un’infrastruttura quale voce obbligatoria già in fase progettuale e finanziabile in particolare se già finanziata dall’UE nella sua costruzione. Un punto che va nella direzione di:

  1. evitare uno scenario terrificante come quello del “ponte Morandi” in cui la manutenzione non è stata adeguatamente garantita;
  2. evitare opere mastodontiche chiuse perché i costi di manutenzione non sono sostenibili dai bilanci nazionali o regionali;
  3. verificare sin dall’inizio la sostenibilità di un’infrastruttura nel classico calcolo costi/benefeci.

Vorrei infine ringraziare per la sensibilità dimostrata. In quattro anni di presenza a Bruxelles nessun collega italiano dell’omologa Commissione Trasporti mi aveva invitato a raccontare il nostro lavoro. Penso che sia stata un’ottima idea che ci consente un raccordo serio e lungimirante valido per me come per gli altri colleghi italiani. In Europa, almeno personalmente, non lavoro solo per il bene dei moderati, ma anche per la nostra comune terra e per le nostre comunità. Sentire la Vostra vicinanza, avere sempre presente la linea dell’esecutivo sulle dinamiche più disparate, consente a noi tutti di decidere per il futuro della nostra Italia. Non posso che attendere una vostra futura visita a Bruxelles, per approfondire i temi valutando scelte e posizioni unitarie. Grazie.

Dopo l’audizione dei Deputati europei è seguito, a fine febbraio 2023, un duplice parere sia della Commissione trasporti che “politiche dell’UE”. “Si valuti di inserire l’aeroporto di Salerno nella rete globale, al pari dei porti marittimi di Pescara, Ortona e Licata così come i nodi urbani di Foggia, Lecce e Battipaglia” questo è un stralcio di quanto è possibile leggere sul documento ufficiale. Leggi l’articolo.