IRoma 29 Novembre 2022. l Parlamento europeo è l’organo legislativo che adotta le proposte della Commissione europea, insieme all’altro co-legislatore dell’UE, il Consiglio che rappresenta gli Stati membri. Lei è membro della Commissione Trasporti e ha esaminato e discusso i piani della Commissione europea. Uno di questi è la revisione delle Reti transeuropee nel campo dei trasporti, chiamata TEN-T, come per i trasporti. Attualmente ci stiamo occupando di questo dossier, cosa pensa sia cruciale, cosa deve essere corretto nell’attuale regolamento e quali emendamenti sta difendendo in Parlamento per avere un testo migliore?
>>>>> risposta di Lucia Vuolo, Deputata al Parlamento europeo via ZOOM.
Grazie ad EUNEWS e GEA per l’invito come anche alle rappresentanze a Roma del Parlamento e della Commissione. Se mi sentite, rispondo alla domanda con una riflessione che intende spiegare i motivi delle posizione necessarie, in particolare, per il Meridione dell’Europa.
Durante la campagna elettorale del 2019, ho percorso sei regioni del Sud Italia senza sosta. Due mesi di strade. Centinaia di kilometri per incontrare e ascoltare i nostri cittadini. Attività che ancora oggi prediligo perché mi aiuta a lavorare al meglio qui a Bruxelles dove mi trovo ora.
In ogni incontro dove andavo c’era sempre una richiesta, identica: faccia qualcosa per queste strade. Quei cittadini avevano ragione, anzi, hanno ancora oggi ragione.
Sono stati fatti diversi errori.
La viabilità che per definizione deve vivere di dinamicità è stata fatta stagnare come se in Italia avessimo ancora i calessi. Un ambientalismo sfrenato, i pareri vincolanti di Enti, Sovraenti, Agenzie e Comitati costituitesi per l’occasione.
Nessuno ha mai avuto il coraggio di decidere avendo e dimostrando una visione a trent’anni del Sistema Paese. Fin quando ce l’abbiamo avuta abbiamo costruito l’Autosole e la linea ferrata ancor prima. Fin quando abbiamo posto le ambizioni del Paese come riferimento a tutta la classe dirigente ed imprenditoriale di questo Paese, le cose sono andate bene. Poi però, tutto è rimasto soffocato da un sistema lento e ingombrante.
Oggi siamo nel Paese dei vincoli, dei pareri e dell’ormai tipico ricorso di chi arriva secondo alla vittoria dell’appalto. Trovo disarmante la faciltà con cui è possibile ricorrere al giudice amministrativo per una presunta violazione delle norme.
Continuo a trovare sconvolgente che il vincitore legittimo e meritevole di un appalto possa trovarsi escluso in qualsiasi momento, che il progetto vincente, visto e stravisto, da ogni agenzia preposta, possa comunque risultare fallace.
Per non parlare poi della disastrosa riforma delle Province che, senza un soldo, devono manutenere le strade grazie unicamente alle sovvenzioni regionali.
Ecco, in questo marasma sistemico, ho cercato di avere, almeno in Europa una visione per i prossimi trent’anni orientata alle aree periferiche. Più che altro di recupero alle non decisioni della politica degli ultimi 20 anni.
La revisione delle RETI TEN-T avviene una volta ogni dieci anni. I vincoli si rivedono sui territori per i successivi 20 di anni. Pertanto ho sentito forte la responsabilità degli emendamenti e delle scelte da proporre. Ho cercato supporto e strategie da blasonate Associazioni di categoria. Non ho ricevuto risposte, se non dal 10%. Davvero imbarazzante.
Fortunatamente, sono abituata a girare e ad avere rapporti diretti con tanti imprenditori ed è così che ho proposto 47 emendamenti. Un lavoro incredibile di cui sono soddisfatta.
Io ho chiesto, al netto delle determinazioni del Governo, che venga rafforzata la presenza dell’Unione europea nelle zone periferiche in particolari costiere. L’erosione della costa è un problema, va affrontata senza alcuna giustificazione.
Ho puntato tutto sulla necessità di incrementare e aggiornare la sicurezza delle infrastrutture, di migliorare la possibilità di scambio nell’uso dei mezzi di trasporto per cittadini e merci e quindi di potenziare i collegamenti tra paesi.
Ho chiesto poi che qualsiasi Stato nel pieno diritto di decidere la migliore strategia di crescita, debba sempre considerare una sorta di uniformità della reta viaria stradale, ferroviaria ed aeroportuale nel destinare fondi e nuove infrastrutture.
Se consentiamo di costruire strade a quattro corsie, aeroporto, hub multimodali al nord, ma non al Sud per i vincoli più disparati, non lamentiamoci che un’azienda preferisca aprire al nord visti i costi di trasporto certamente più bassi.
Ho voluto emendare il potenziamento dei porti di Brindisi e Bari per rafforzare i collegamenti commerciali via mare con i Balcani. Non dimentichiamo nello specifico che l’Albania è un Paese candidato all’ingresso in Europa.
Ho emendato l’Aeroporto di Salerno affinché entri a pieno titolo come Aeroporto di interesse nelle TEN-T. E lo ribadisco ancora una volta. Attualmente l’Aeroporto di Salerno Costa d’Amalfi non è finanziabile in alcun modo dall’Unione europea perché è a meno di 100 kilometri dal nodo di Capodichino. Ogni volta Il Governatore della Campania, il Signor Vincenzo De Luca mi smentisce. E ogni volta io non capisco come può un Governatore smentire un regolamento europeo. Io cito un regolamento tra l’altro ribadito in un’interrogazione parlamentare e in una lettera avuta dalla Commissaria Adina Valean che incontrerò subito dopo questo meeting.
Volevo rassicurare De Luca, ci ho pensato io a fare qualcosa per l’Aeroporto di Salerno.
Ci sono molti altri spunti di riflessione. Ma per dovere di risposta alla domanda. Io punto molto sul potenziamento delle aree periferiche del Sud Europa perché siamo nel Mediterraneo. Spingersi verso l’Africa, migliorare le infrastrutture, ottimizzare i collegamenti è quello che l’Europa avrebbe dovuto fare almeno 30 anni fa. Oggi l’Africa è terreno di conquista da potenze asiatiche. Siamo arrivati in ritardo perdendo opportunità di crescita per entrambi i Continenti.
Insomma, non voglio abusare oltre del vostro tempo.
Io ho cercato di fare del mio meglio. Ma io sono una.
Chi dovrà difendere tutto questo, anche solo parzialmente, dovrà essere il Governo di Roma.
E’ oggi che abbiamo un Esecutivo politico in carica. Al suo vertice c’è una donna con una storia e una forza di volontà senza pari.
So che l’idea di tutti è di un Ponte sullo Stretto di Messina.
Una vecchia idea di Forza Italia e del Presidente Berlusconi, senza dubbio.
Usiamo però il progetto del Ponte che sarà certamente aggiornato rispetto all’esperienza durissima e triste di quanto accaduto a Genova col “Ponte Morandi”.
Ma non sia solo il Ponte sullo Stretto. Si metta mano al codice degli appalti dando una connotazione europea, esattamente come richiesto più e più volte tempo addietro dall’attuale Ministro Salvini;
E’ necessario evitare di avere un Ponte icona dell’italianità, ingegneristica e creativa, con al fianco l’unico binario della Palermo – Messina icona dei Borboni.
Una volta deciso per il Ponte, e nessuno lo vuole mettere in dubbio, che sia quello il livello progettuale per il Meridione. E allora che il Sud, da troppo tempo area periferica non solo d’Europa, ma anche d’Italia, torni ad essere il concretizzarsi dell’inventiva e della lungimiranza del nostro Paese.
Grazie.