Intervista al quotidiano Le Cronache di Salerno pubblicata il 07.09.2022. Clicca qui per leggere il giornale
Forza Italia ha deciso. In provincia di Salerno ci sono quattro co-coordinatori e c’è anche lei. Molti avevano scambiato il suo silenzio in dissapore, qualcun altro l’ha usato magari per denigrarla. Eppure, dopo neanche un anno dall’ingresso in Forza Italia ha una collocazione nel partito e nella sua provincia.
Sono emozionata. Il commissario regionale di Forza Italia, il collega On. Fulvio Martusciello, ha inteso nominarmi co-coordinatrice di Forza Italia in provincia di Salerno. Io ho accettato. A meno di venti giorni dal voto, i moderati e liberali, i centristi ed europeisti e perché no, gli indecisi e gli scettici avranno modo di capire la forza e la lungimiranza di un partito che ha fatto la scelta più complicata: rinnovarsi. E la Campania non ha fatto certo eccezione. In queste ore, nei tanti eventi organizzati, ho visto facce nuove come imprenditori, giuristi, commercianti e, finalmente, giovani pronti a mettersi a disposizione. Vedo il nuovo organigramma regionale come una ventata di aria fresca che ossigena una stanza chiusa da troppo tempo. E’ evidente che poi sarà necessario darci obiettivi, programmi, ma con una campagna elettorale in corso, dobbiamo parlare e spiegare e, perché no, dare un abbraccio a chi combatte una folle inflazione. I sondaggi ci danno una buona dose di fiducia, ma per me nulla cambierà. Fino ad un minuto prima dalla chiusura del seggio elettorale farò la mia parte con convinzione e lealtà.
Forza Italia si rinnova, ma lo fa anche chiudendo qualche porta. Non dimentichiamoci la polemica per la presentazione delle liste o degli addii che non sono certo mancati.
Lo scorso 25 agosto, il mio collega all’europarlamento nonché coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani è stato a Vietri sul Mare, a due passi da Salerno, per aprire la sua campagna elettorale. Una settimana dopo è tornato in Campania in tour tra Napoli, Caserta ed Avellino. Al suo fianco, oltre ai candidati, altri tre europarlamentari, tutti campani come me. Una vitalità di Forza Italia che annulla le malelingue e che, invece, pone in primo piano i fatti. Ed un fatto l’essere in continuo ascolto. Sono fatti il rispondere alle domande o il prendere l’auto per una riunione con un amministratore locale per un supporto sui fondi europei o per un emendamento da presentare. Sono fatti il mettersi a disposizione dei territori, come oramai sto facendo da tre anni da Bruxelles. Gesti che andrebbero compiuti sempre, tutti i giorni e non solo durante il periodo elettorale.
E veniamo proprio alla campagna elettorale. Decisamente atipica, in piena estate …
Guardi che esattamente un anno fa in Campania abbiamo affrontato una campagna elettorale durissima. Allora si decise di votare a settembre per schivare una possibile ripresa di contagi, oggi è tutta un’altra storia. Sotto sotto penso che gli italiani avrebbero voluto staccare la spina per qualche giorno, ma, come ricordava il Presidente Mattarella, non possiamo permetterci pause, anzi. Sappiamo tutti che il prossimo esecutivo dovrà adoperarsi istantaneamente per contrastare gli effetti della crisi economica e sociale, come l’aumento dei prezzi dal pane e latte alla bolletta energetica. Le famiglie e le imprese sono messe a dura prova e, che faccia caldo o freddo, che sia estate o inverno, la politica deve agire. Ma per farlo, l’Italia ha bisogno che il suo popolo decida con un chiaro e lucido voto il futuro di questo straordinario Paese.
Da Europarlamentare, quali sono secondo lei i punti al centro dell’agenda del prossimo governo?
L’Europa è oramai il cuore pulsante di ogni singolo stato membro. Basti pensare al blocco dei prezzi dell’energia. Un’azione richiesta a più battute da Forza Italia e dal Partito Popolare Europeo. Il 9 settembre saremo tutti a Bruxelles per comprendere le mosse strategiche messe in campo dalla Commissione europea e approvarle, pochi giorni dopo, in occasione della plenaria di Strasburgo. Inoltre, mi rivolgo al popolo, è necessario capire che scelte come il raddoppio di una linea ferroviaria, il potenziamento di un porto, il riconoscimento strategico di un aeroporto e la costruzione di una strada rientrano nelle decisioni politiche nazionali, ma sono poi finanziate dall’UE. Non vorrei sembrare troppo partigiana, ma Il prossimo governo dovrà, senza se o ma, riconoscere il peso strategico del Sud dotandolo degli stessi strumenti infrastrutturali del Nord, solo con una vera unità territoriale, l’Italia tornerà grande e competitiva. Se pensiamo che il nord possa continuare a trainare l’economia nazionale, abbiamo perso in partenza. L’Italia è una, come dice la nostra Carta Costituzionale, allora diamo le stesse possibilità di crescita tanto a Torino quanto a Catania. Sono certo che questo principio di equità è ben impiantato nella maggioranza assoluta del centrodestra.
Quali dovrebbero essere, secondo lei, i punti principali del programma elettorale di Forza Italia?
In Europa, avere un documento di identità, aprire una partita Iva, pagare le tasse o consultare un archivio pubblico sono tutte azioni che si compiono con qualche click e senza complicazioni. In Italia, non so lei, ma si ha la sensazione che nulla sia possibile per via delle prassi o di leggi anacronistiche o magari di qualche interesse di parte. Siamo il paese delle carte bollate, dei visti e di qualsiasi cosa faccia perdere tempo al cittadino così come all’imprenditore. Ci siamo abituati perché “così deve andare”. Siamo il Paese fondatore dell’Europa allora diventiamo esempio e diamoci da fare. Tanto per capirci, per la mole di tributi che paghiamo dovremmo avere servizi al pari dei Paesi del nord Europa, ma così non è.
La cosiddetta “fuga dei cervelli” rientra secondo lei anche nell’eccessiva burocrazia e nei tributi, tasse e contribuzione asfittiche?
Che un italiano vada all’estero a cercare lavoro rientra nelle opportunità che l’Europa rappresenta. Certo è una perdita per il sistema Italia, ma siamo in un mercato del lavoro estremamente concorrenziale. Piuttosto facciamo in modo tale da renderci competitivi con gli altri Stati d’Europa. Chi l’ha detto che è necessario andare in Irlanda o in Olanda per ottenere un regime fiscale agevolato o un supporto sociale dignitoso. Perché non in Italia? Semplificazione fiscale e normativa, detassazione secondo il principio più assumi meno paghi, porre a zero l’Iva sui generi di prima necessità, rispetto della norma europea sul saldo fattura da parte delle PA, supporto formativo ai giovani inoccupati, una pensione dignitosa per chi ha lavorato una vita o per chi non può più. E ancora, mettiamo una parola fine ai cosiddetti “abusi di necessità”, ci sono troppe incoerenze normative, anche tra regioni, che vanno affrontate e risolte. Lungi da me alimentare false speranze, ma tempo fa io e il mio staff studiammo anche come rispondere alle migliaia di italiani che vivono l’incubo abbattimento, si può fare, ma è necessario che il parlamento sia largamente convinto.
La sensazione è che la politica non riesca più ad ascoltare i cittadini o rispondere alla richiesta delle famiglie. In poche parole tante riflessioni, ma pochi fatti. I governi molto tecnici e poco politici degli ultimi dieci anni raccontano forse una frattura assai più grave di quanto si possa pensare. A questo punto, cosa fare?
Agire nell’esclusivo interesse degli italiani. Questa la priorità: agire agire agire. Le elezioni sono un abbraccio di fiducia dal valore non quantificabile. Genitori che votano un politico lo fanno ben sapendo che in ballo c’è il futuro dei propri figli, dei propri nipoti. In noi ci sono le attese di 60 milioni di cittadini che vogliono vivere in Italia una vita meravigliosa. E’ il momento di rispondere “presente” al popolo sovrano e lavorare.
Caro bolletta, imprese e aziende in crisi a rischio chiusura. Cosa si dovrebbe fare?
Non sono io un’economista, ma per anni ho lavorato con mio padre. Andavo su e giù per l’Italia per comprare e rivendere i pezzi di diamante della nostra tradizione culinaria. Ho vissuto tempi durissimi negli anni ’70. Era il 1973 quando, per un’altra guerra in Siria, il prezzo del petrolio schizzò alle stelle. La cosiddetta austerity la ricordo pur avendo solo dieci anni. In Italia, per legge, i negozi, i cinema, le aziende dovevano chiudere entro determinati orari. La domenica si girava solo in bicicletta e, oggi sarebbe assai difficile, ma anche i canali della televisione (solo le due reti Rai, ndr) chiudevano entro le 23:00. Insomma, con un po’ di buonsenso, ci abituammo a metterci una maglia in più o a farci una rapida doccia e non un classico bagno. Oggi, dovremmo affrontare tutto questo con un briciolo di sforzo in più.